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Allegri cestini pieni di cose buone preparate al mattino nella cucina del Lyceo (la frittata di scammaro con le olive nere e i capperi, i panini con il formaggio e il patè di borragine, le polpette di pane, i dolcetti di mandorle) seguono gli ospiti che scelgono le nostre gite pensate e organizzate nei minimi dettagli: guide competenti, cartine per il trekking, soste accoglienti.

A Paestum con i suoi antichi templi, essenziali perimetri di riti che sembrano ancora animarli al tramonto. Lungo le tracce dell’antica città per leggere nelle sue pietre la storia (senza scrittura) dei greci che la scelsero per saziare il loro desiderio di potenza e d’ignoto.

➤ A Velia dove Parmenide, all’alba dell’Occidente, ne pensò il destino e dove la meravigliosa Porta Rosa testimonia l’ardire ingegneristico dei greci.

➤ A Napoli senza paura per vedere la sua bellezza nascosta da tanti luoghi comuni, oscurata e compromessa da tante cattive abitudini, offesa da tanta incuria. Guidati con mano leggera da chi questa città la abita e la conosce profondamente, si può passare una giornata scoprendone inediti scorci panoramici, le meravigliose chiese, i vicoli pieni di vita e di negozi (pastori di creta, gioielli antichi, fiori di carta, piccoli oggetti di antiquariato) che resistono all’aggressione di tutti gli outlet, l’irripetibile carattere del centro antico, il fascino della parte greca che è appena sotto la città. E durante le piccole soste gratificarsi con la pizza più buona del mondo, una fetta di casatiello, un piatto di calamari avvolti da una impalpabile, croccante pastella, una fetta di pizza di scarola o un panino con la salsiccia e i friarielli alla Salumeria Panzallegra di Piazza Vittoria.

➤ A monte Cicerale per farsi ospitare in un’antica dimora privata seguendo abitudini che “fanno sentire a casa” chi arriva. Per mangiare la pizza fatta con il lievito naturale e condita con i piccoli saporiti pomodori dell’orto che cresce a due passi dalla cucina, per gustare la zuppa di quei ceci che danno il nome al paese. 

➤ Lungo il greto dei fiumi che scendono dai monti verso il mare, tumultuosi e, a tratti, tranquilli. Nascosti disegnatori di quelle meravigliose grotte naturali che sono l’altra faccia del Cilento.
Scrigni di ragnatele che sembrano di cristallo, cappelle rupestri austere testimoni di una fede antica. Monasteri , esili tracce dei padri basiliani che abitarono questi luoghi segnandoli con le loro operose abitudini.

➤ Nelle chiese bizantine e barocche, mediterranee testimonianze di una devozione meticcia che ha trasformato le dee in Madonne quasi senza soluzione di continuità conservandone significati arcaici, allegorie, riti.

➤ In barca per raggiungere Punta Licosa per un bagno meraviglioso e poi, a bordo, gustare una buonissima “acqua sale” che cattura e ricorda colori e fasti di un mangiare magnifico fatto di cose buone come il pane biscottato, i piccoli pomodori appena maturi, l’olio generoso, l’origano, il basilico e l’acqua di mare che rende inconfondibile questo trionfo mediterraneo.

➤ Lungo il fiume Calore, appena sopra Paestum, lungo  un sentiero che racconta storie di antichi pellegrini, di chiese rupestri, di guerrieri scolpiti nella roccia, misteriosi custodi di una civiltà che, in parte, ancora resiste.

➤ Sulla via dei mulini che accompagna la linea sinuosa dei fiumi disegnando un paesaggio pieno di fascino perché pieno delle mille tracce lasciate da chi lo ha abitato.

➤ Nella valle delle orchidee: un vero miracolo di bellezza che da aprile a giugno ripete una fioritura di 100 e più specie di questo fiore. Accompagnati da un esperto lungo le stanze del museo delle erbe nella vicina Teggiano.

➤ A Padula: saper attraversare la bellezza della sua certosa, ammirare la sua scala elicoidale, stupirsi della grande cucina.
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